Il software maligno una volta scaricato agiva rubando i dati degli inconsapevoli utenti, criptando gli smartphone e chiedendo un riscatto di 180 dollari
Arrivano ancora brutte notizie sul fronte della sicurezza informatica. Secondo le ultime informazioni, un’applicazione malevola avrebbe colpito indisturbata per alcuni giorni gli utenti di Android. Il malware era riuscito infatti ad aggirare i severi controlli del Play Store.
A portare alla luce questo nuovo tentativo di phishing è stata Check Point Technologies, un’azienda specializzata in cybersecurity. L’app in questione conteneva un malware denominato “Charger” e una volta scaricata agiva rubando i dati degli inconsapevoli utenti del robottino verde. Il modus operandi del software dunque è simile alle numerose app fraudolente che sotto falso nome si impossessano delle identità delle persone. Non è una novità infatti che sul web girino programmi di questo tipo. Quello che però colpisce in questo caso è che il malware sia riuscito a superare il muro di Google ed entrare nello store di un dispositivo mobile.
Come colpiva l’app malevola
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L’applicazione colpiva quindi sotto mentite spoglie usando il nome falso di EnergyRescue, un’app che, come si può intuire dal nome, sarebbe dovuta servire per potenziare la batteria degli smartphone. In teoria. In realtà invece gli obiettivi del software erano ben altri: accedere alle informazioni contenute nei dispositivi. Once the victims’ devices were infected, the ransomware took possession of the contacts’ address book and SMS messages, encrypting the smartphone after obtaining administrator rights from the users. It was at this stage that the ransomware revealed its true colors: the fraudulent app asked users to pay a ransom to get their smartphone data back via an on-screen message. The money demanded was in bitcoin and amounted to about $180.
Ransomware on the rise for mobile devices
According to experts at Check Point Technologies, many people downloaded the fraudulent app before it was removed. The company managed to unearth the Android Charger ransomware thanks to a user’s report. Although this is not the first time that ransomware has hit mobile devices, it is worrying that such software is growing in numbers and complexity. The malware in question, for example, contained a set of codes that were difficult for Google to detect. Moreover, while they used to impose a ransom of just a few dollars, they are now demanding more and more.